IL METODO
Le esperienze, gli studi e i ragionamenti mi hanno permesso di sviluppare il metodo con cui opero in una visione integrata, puntando a trattamenti personalizzati al fine di risolvere le disfunzioni e migliorare la qualità di vita della persona.

Dolore pelvico cronico addominale e sessuale: la mia proposta
Per oltre 20 anni ho dedicato il mio lavoro al dolore pelvico cronico, addominale e sessuale. All’inizio sono entrata per caso, poi è diventata la mia passione. Durante questi anni ho incontrato migliaia di persone: alcune sono arrivate con una diagnosi ed una terapia definita, altre dopo diversi tentativi e fallimenti. Tutte raccontano storie di pellegrinaggi, trattamenti inefficaci, tentativi dispendiosi, ma sempre alla ricerca di sollievo, di una diagnosi e una soluzione.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale, posso affermare che il mio corpo “funziona”, ma ho subito diversi interventi chirurgici che mi hanno catapultato in una nuova realtà sintomatologica, mettendo in discussione il mio essere: uscire dal pronto soccorso confusa, incompresa e con un antidolorifico ti porta a provare smarrimento e una sensazione di fallimento, che chi conosce il dolore può ben comprendere.
Se da un lato il mio vissuto ha amplificato l’empatia, dall’altro, per offrire un supporto concreto, ho dovuto sperimentare, confrontarmi, ricercare e studiare, creando un metodo terapeutico multi-modale che ha l’intento di anticipare e risolvere alcune condizioni, che se trascurate diventano invalidanti, ma se adeguatamente prese in carico migliorano la qualità di vita della persona.
Il metodo affinato in oltre 20 anni di esperienza intende andare oltre alla pura visione disfunzionale, cercando di prendere in considerazione l’intera persona, osservando e approfondendo le interazioni tra corpo, mente e ambiente, il tutto accompagnato da un dialogo semplice, non giudicante e aderente alla realtà degli elementi in gioco. Quando i casi sono particolarmente complessi l'obiettivo clinico diventa determinare la priorità disfunzionale e cercare di lavorare sulla causa, una sfida non facile, che però può dare risposte efficaci e durature nel tempo.
Cos'è il dolore?
Il dolore è una condizione complessa che deriva da diverse cause, caratterizzato da una serie di sintomi che nell’insieme creano la sindrome dolorosa. Se il dolore acuto è di facile risoluzione, quello cronico assume una connotazione diversa, in quanto non solo coinvolge il fisico, ma diventa elemento condizionante della persona nella sua globalità.
In una rappresentazione molto sintetica e semplicistica, possiamo definire 3 sistemi-livelli in cui si esprime il dolore: sistema mio-fasciale, viscerale e neurologico. I 3 sistemi-livelli possono coesistere nella sindrome dolorosa e, data la sua complessità, potrebbe rendersi necessaria una visione più ampia e integrata tra diversi professionisti esperti. A supporto di ciò, interviene anche la IASP (International Association for the Study of Pain) intitolando la campagna di sensibilizzazione sul dolore del 2023 “La terapia integrata nella cura del dolore”, volta ad aumentare la consapevolezza della terapia integrata nel mondo scientifico, a discutere sulle barriere e le facilitazioni nella cura integrativa e a sviluppare una comunicazione basata su esempi reali di successo, utili per i pazienti affetti da dolore.
Chi soffre di dolore pelvico sa che esprimersi con il corpo in modo naturale non è scontato. Ridurre le esperienze di vita non è contemplato dall’essere umano e, anche se per alcuni momenti è possibile dimenticarsi del dolore, non è affatto facile lasciarlo andare. Chi prova dolore pelvico fatica a sentire il proprio corpo e la sintomatologia percepita è amplificata, in quanto la sofferenza è figlia di difese che alimentano il dolore.
Sebbene le disfunzioni del pavimento pelvico possano essere considerate cause primarie del dolore pelvico cronico, sono secondarie ad un aumento di tensione delle strutture circostanti, viscerali, della cavità pelvica e addominale. Il mezzo che può aiutarci a fare chiarezza è la valutazione del pavimento pelvico e posturale.
Come si crea il dolore pelvico, addominale e sessuale?

1Ipertono
Il dolore può causare l’aumento di tono (ipertono) dei muscoli del pavimento pelvico.2Spasmo e mialgia
La risposta dei muscoli al dolore è lo spasmo e la mialgia tensiva costante.3Congestione
I muscoli tesi e indeboliti possono limitare la circolazione fluidica creando congestione. La congestione riduce l’ossigenazione, maggiore è l’aumento di tono, minore è l’ossigenazione tissutale.4Infiammazione
La congestione altera il PH rendendo l’ambiente più acido e a cascata produce infiammazione. Lo spasmo può provocare mal di schiena, ai muscoli interagenti con il pavimento pelvico, glutei e arti inferiori.5Disfunzioni
Lo spasmo dei muscoli del pavimento pelvico può condizionare la funzionalità intestinale, vescicale e sessuale. La congestione e l’infiammazione possono alterare la comunicazione neurologica. Se i nervi sono infiammati possono provocare dolore, sensazioni di scosse elettriche, spilli, intorpidimento, formicolio e dolore che si irradia sulla pelvi e agli arti inferiori tipo sciatalgia e cruralgia.
I sintomi
- Tensione tra ano e pelvi anteriore.
- Dolore, bruciore, spasmi, senso di pressione al basso ventre
- Difficoltà a rilassare la pelvi
- Lombalgia
- Dolore addominale
- Dolore ai rapporti sessuali: al tocco, introitale, in profondità, post coitale
- Dolore durante la visita ginecologica
- Impossibilità ad inserire la coppetta mestruale o un ovulo
- Alterata frequenza minzionale
- Dolore pelvico e addominale associato alla minzione e alla defecazione
- Defecazione ostruita o frazionata
- Impossibilità a rimanere seduti a lungo
- Dolore che dall’ano si irradia verso il clitoride o la punta del pene
- Alterata sensibilità addomino pelvica
Liberi dal dolore in 6 passi
Oggi non è un problema reperire informazioni o cure di ultima generazione, ma rimane la difficoltà di approfondire, assemblare e ritagliare un percorso personalizzato, che migliori la qualità di vita e che non sia costellato di tentativi e perdite di tempo.
Negli anni ho sviluppato un approccio metodologico, basato su riferimenti scientifici, fonti dirette, sulla formazione e l’esperienza infermieristica, osteopatica, sulla riabilitazione del pavimento pelvico e del recupero della parete addominale; elementi che mi hanno permesso di costruire le fondamenta e affinare la mia pratica modulandola sulla persona.
Il mio obiettivo è risolvere o ridurre il dolore, offrendo strumenti pratici per superare le difficoltà senza perdere il rigore e l’efficacia. Il paziente è parte attiva del recupero: soltanto con la pratica e la sperimentazione diretta è possibile abbattere le barriere e la mia costante supervisione ha lo scopo di modificare, correggere ed evolvere la pratica.
Ma c’è una trappola a cui bisogna stare attenti: le aspettative sul processo di guarigione. Ci si aspetta che sia eclatante, immediata, quasi miracolosa, mentre guarire dal dolore è un processo progressivo, evolutivo e di conoscenza di sé. Un processo lento che non avviene con uno schiocco di dita. Passare dalla disfunzione alla funzione richiede tempo, lentezza e ritmo costante, solo così possiamo ottenere progressi concreti.
Il sistema nervoso è malleabile, adattabile e dialoga intimamente con il nostro corpo e per abbattere le difese ha bisogno di tempo, di progressione, di ripetizione delle nuove abitudini, di cura e di pazienza. Le attività hanno lo scopo di rendere agevole le esplorazioni e normalizzare la tensione addomino pelvica dialogando con il sistema nervoso attraverso la pratica manuale, posturale, counseling, per eliminare le restrizioni di movimento mio-fasciali, viscerali e fluidiche.
6 passi

Quanto dura la riabilitazione?
Circa dai 2 ai 3 mesi. In questo arco di tempo, oltre alle sedute in studio, la persona dovrà svolgere una serie attività a casa con costanza e dedizione, così da ottenere un’autonomia sempre più ampia, diradare le sedute e ragionare su una nuova attività globale.
…Kintsukuroi
Aggiustare ciò che è rotto è dare una nuova opportunità! Quando un pezzo di ceramica si rompe, i maestri giapponesi Kintsukuroi lo riparano con l’oro, lasciando in vista la riparazione, simbolo di fragilità, forza e bellezza, proprio come le persone.
Allo stesso modo la nostra vita può rompersi, ma può anche ricomporsi, se sappiamo cosa fare (cit. Tomàs Navarro). Come ogni opera ricostruita, merita di essere mostrata nella sua nuova forza, perché possa essere d’esempio e di aiuto per altri, che soffrono di dolore pelvico.