Quando sei bambina non ti poni tante domande sul perché porti le mutande…certo incuriosivano…
A 6 anni, in una gita al Gran Paradiso, zia Ermanna fece pipì dietro un paravento creato con una tovaglia tenuta con le portiere delle due auto
iIo ero lì nascosta accovacciata a spiare. Rimasi sconvolta nel vedere quante mutande aveva zia Ermanna. Non ho mai capito il perché, ma ad un certo punto mi stancai e tornai a giocare.
Quando si ha dolore pelvico o qualche disturbo sessuale niente è facile e divertente, nemmeno indossare le mutande.
Se prima la scelta della biancheria intima era dettata dal piacere e piacersi, con il dolore pelvico tutto cambia, non si cerca più il capo intimo carino, magari sexy, ma le scelte sono dettate dal fatto che non devono irritare, devono essere pratiche e comode.
La selezione del tipo di mutanda nel caso del dolore pelvico diventa essenziale per vivere al meglio la quotidianità, in quanto, anche le cuciture degli slip sono estremamente fastidiose. Non c’è situazione peggiore come il dolore pelvico che impedisce di stare seduti, figuriamoci con le mutande… anche quelle più comode…
Diversi specialisti sono concordi, nell’indicare come pratica sana, quella di rinunciare alla biancheria intima, magari di tanto in tanto.
Come terapista consiglio spesso ai pazienti con dolore pelvico come la pudendopatia, la vulvodinia o la vestibolite di non indossare le mutande, almeno di notte, in quanto aiuta a ridurre il rischio di infezioni batteriche.
Lo slip potrebbe intrappolare l’umidità creando un ambiente favorevole…come “il lievito per il pane”.
Studi recenti mostrano come le infezioni batteriche sono peggiorate nel corso degli anni, quindi tentare non nuoce e chi ha provato ha avuto riscontri positivi.
Un giorno una signora andò dal maestro del paese e disse: “Maestro non ho più desiderio e i problemi con mio marito stanno aumentando”.
Il maestro disse:
” Vai in giro senza mutande…”
Io provai a stare senza vestiti, sia chiaro, non vivevo crisi sentimentali come la signora dell’anedotto.
Diversi anni fa feci l’esperienza di fare una vacanza in campo nudisti…non fu facile… io e le mie amiche impiegammo tre giorni prima di toglierci i vestiti.
Oggi col senno di poi, è un esperienza che consiglio a tutti, in particolare alle famiglie, vivere la nudità senza malizia, semplifica e abbatte l’aggressività.
…ma torniamo a noi…
Così dall’oggi al domani non è semplice, devo dire che il senso del pudore e la questione igiene l’hanno spesso vinta, ma chi ha provato lo definisce comodo e da un senso di libertà.
Restare senza mutande per qualcuno potrebbe significare abbattere dei tabù, è considerato volgare, potremmo passare per persone di facili costumi; le pazienti spesso mi dicono: “non potrei mai dormire senza mutande, cosa potrebbero pensare di me? “.
Nel dolore pelvico il percorso riabilitativo passa attraverso il contatto intimo di sè, è uno dei passi più importanti e profondi che a volte richiede un intervento multidisciplinare, come ad esempio il coinvolgimento di una sessuologa.
Un beneficio del stare senza slip è quello di entrare in contatto con la nostra parte più erotica (che non significa scatenare orgasmi mentre camminate) e ci fa vivere bene con il proprio corpo.
Meglio le mutande senza elastici, larghe, sempre di cotone, in quanto rilascia l’umidità durante il giorno, riducendo il rischio di infezioni.
Una raccomandazione…se sudate molto, un paio di mutande, per tutto il giorno, non bastano.
Quindi giù le mutande! L’unico modo è sperimentare e scoprire cosa va bene per voi.